PEOPLE

Caleido intervista Johanna Pichlbauer

issue #20: Everyday design

Caleido intervista Johanna Pichlbauer, designer, insegnante e organizzatrice della community @design.in.gesellschaft. Benvenuti in Caleido, diario d’ispirazione che contiene molte storie: di persone creative, di tendenze, di viaggi, di oggetti. / Leggi qui l’Editor’s letter

Diario di: @joh.pic

Ph. @philipppodesser
1. Uno degli obiettivi del suo lavoro è esplorare il potenziale emotivo delle macchine. Il suo tema aperto diventa la mia domanda: cosa cambia dentro e intorno a noi quando macchine e uomini si avvicinano?

È un’indagine in corso. Ho scoperto che le macchine possono arricchire l’interazione umana, quando i segnali sono giusti, ma possono anche rinforzare le strutture di potere, restringendo il nostro campo d’azione – a seconda di chi ha il controllo e di chi è incluso nel processo di sviluppo e di implementazione della nuova tecnologia. Credo che il processo di automazione dei processi sia un’occasione per discutere collettivamente di ciò che vogliamo per il futuro della nostra società.

@joh.pic X Dall E
2. Le piace trovare la poesia nella tecnologia emergente… Una passione che ha sviluppato anche grazie ai suoi studi di ingegneria meccanica presso l’Università di Tecnologia di Vienna e di design industriale presso l’Università di Arti Applicate. Da dove nasce questa passione? Quali sono i settori della tecnologia che la appassionano di più?

Prendo le cose in modo personale. Se si vuole superare l’esame di “elementi di macchina”, è necessario studiare lo stesso riduttore per mesi, e quasi certamente ci si affezionerà ad esso. Devi in qualche modo pensare con tenerezza a una macchina: ammetto che è strano, e sicuramente non è servito a molto per l’esame. Ma ha scatenato la meraviglia per l’impatto che la tecnologia ha sulle nostre emozioni. Studiare design mi ha finalmente dato gli strumenti per esplorare ulteriormente questa relazione. Un robot truccatore per testare quanto le persone si sentano a proprio agio con i robot che operano sui loro volti; un motore di ricerca che cerca drammi umani; un parco solare fatto di asciugamani da allestire in un attimo in qualsiasi piazza della città… Ultimamente, sono particolarmente interessata al nostro rapporto con il sole.

@marlenemautner
@marlenemautner
@marlenemautner
3. Lei insegna all’ @tu_wien (Istituto per l’interazione uomo-computer). Quali sono gli studi che lei e i suoi studenti state conducendo che la ispirano particolarmente? Quali cambiamenti nella società contemporanea descrivono?

Dopo aver lavorato presso l’Institute for Human Computer Interaction della @tu_wien, attualmente insegno alla @hfg.gmuend (Università di Design di Schwäbisch-Gmünd). Mentre il mio ultimo corso era incentrato sulla conoscenza degli attori e delle idee dello Speculative Design, il nuovo corso si chiama Design as Playful Interaction e incoraggia gli studenti a inserire il senso dell’umorismo nei loro processi di progettazione. Sentire il bisogno di risolvere le sfide di oggi può essere schiacciante. Trovo utile guardare al lato comico delle cose.

Student Work by Robert Angerer
Student Work by Robert Angerer
@joh.pic
4. Ho avuto il piacere di conoscerla l’anno scorso alla @viennadesignweek, visitando @design.in.gesellschaft, uno studio condiviso situato in un incantevole cortile in Engerthstraße 124, nel 20° distretto di Vienna. Una fucina del pensiero dove 11 designer provenienti dai settori più diversi si sono stabiliti per lavorare insieme a progetti di vario genere. In una dimensione sociale sempre più solitaria, qual è l’importanza del lavoro di squadra? In che modo soluzioni come il lavoro a distanza, o altre soluzioni lavorative sperimentate durante la pandemia, stanno cambiando questo aspetto della vita comunitaria?

Grazie mille per la vostra visita! Un anno e mezzo fa abbiamo costruito lo spazio che tutti sognavamo: ci mancavano i vantaggi dei pranzi condivisi, dell’ispirazione reciproca, dei progetti collaborativi che abbiamo conosciuto all’Università, ma che poi spesso si perdono. È molto impegnativo gestire le diverse esigenze che ognuno di noi ha per uno spazio di lavoro, ma ne vale la pena! Non credo che il lavoro a distanza sia necessariamente un atto di solitudine. La possibilità di lavorare a distanza ci permette di essere comunque qui, in questo spazio ‘insieme’, anche quando lavoriamo a progetti all’estero.

@design.in.gesellschaft
@joh.pic
5. Nella sua dimensione privata, è una persona solitaria o ama la socievolezza? È una persona abitudinaria?

Da quando sono diventata madre durante una pandemia, la mia idea di solitudine e di comunità è cambiata molto. Il tempo da soli è prezioso. Così come lo è una comunità che ci sostiene. Mi piace vivere in città, che mi permette di avere entrambe le cose. Perdo le chiavi e dimentico di comprare le uova, quindi sono costretta a conoscere i miei vicini. È bello condividere.

@joh.pic and @mayairacema
6. Alla @viennadesignweek lei ha presentato diversi progetti. Quali sono le principali direzioni in cui sta lavorando?

Ho esposto una serie di Mounted Porcelain, vasi che trasportano accessori trasformabili, che facevano parte di una mostra che ho installato allo Schloss Hollenegg e i miei progetti erano presenti nella mostra Design in Gesellschaft. Penso che mi sto orientando verso la lavorazione di ‘oggetti trovati’, piuttosto che verso la progettazione di nuovi oggetti; allo stesso tempo, mi sto concentrando molto sul sole, che fornisce molta energia e ispirazione per ulteriori ricerche sul design solare. Inoltre, ho appena iniziato un progetto che analizza il nostro rapporto industrializzato con gli animali e gli oggetti che questo intreccio produce.

@viennadesignweek | Kollektiv Fischka @kramar_fischka | @philipppodesser
@lippzahnschirm
@lippzahnschirm
7. Visitando le altre installazioni della @viennadesignweek 2022, quale l’ha colpita di più? Per quali ragioni?

Mi è piaciuto molto l’intervento di Anna Zimmermann a Bakalowits! Ho particolarmente apprezzato l’umorismo dei suoi progetti, ed era così apertamente visibile quanto entrambi i partner della collaborazione abbiano apprezzato l’esperienza… Sono molto felice che i Passionswege (format della design week che connette un brand storico ad un designer contemporaneo) siano tornati!

@joh.pic
8. Sul vostro sito web c’è una sezione “DIDN’T WORK”. Di cosa si tratta? Ce ne può parlare?

È la mia collezione di imperfezioni delle piastrelle (@vienna_glitches). Ogni corridoio di Vienna ha il suo difetto ed è mia missione mapparli tutti. È liberatorio vedere come tutti noi sbagliamo.

Johanna Pichlbauer | @vienna_glitches
Johanna Pichlbauer | @vienna_glitches
9. Lei è molto attiva nella comunicazione, tanto da avere una propria Gazzetta. Invitando tutti i lettori di Caleido a iscriversi qui, può parlarci di questo progetto? Quali sono i temi che tratta e perché ha scelto questa forma per farlo?

Sì, benvenuti! Trovo gioia nel condividere processi e progetti. Mentre sono in una fase di ricerca o di realizzazione, sono spesso troppo addentro per riuscire a trovare le parole giuste per comunicare di cosa si tratta. Così, ogni tanto, mi piace sedermi, fare il punto della situazione e riunire pensieri, date, inviti e progressi in una newsletter – la mia gazzetta.

@joh.pic
10. Qual è un oggetto della sua casa a cui non rinuncereste mai? Qual è il ricordo legato ad esso? Ci manda una foto scattata da lei?

Uno dei miei oggetti preferiti è questo gatto di noccioline. Sono una grande appassionata di spuntini, e altrettanto una grande appassionata di ospiti… Quindi io e il gatto siamo una buona squadra per l’Apéro!

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