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Caleido intervista Bluem

issue #24: Origins

L’intervista su Caleido a Bluem (Chiara Floris), cantautrice e produttrice, è la cover story della Issue #24, intitolata: Origins. Benvenuti in Caleido, diario d’ispirazione che contiene molte storie: di persone creative, di tendenze, di viaggi, di oggetti. / Leggi qui l’Editor’s letter

Diario di: @sailorbluem

Intervista di Marco Cresci

Ph. Valeria Cherchi
1. Nel nuovo singolo “angel” mescoli italiano e inglese nel cantato, con una deriva hyper pop; mentre la musica si mescola con la tradizione sarda. Come riesci a rendere così naturale questa unione tra presente, passato e futuro?

Per me è sempre stato un processo molto naturale. In realtà, ho vissuto tutta la mia vita adulta a Londra, essendomi trasferita a diciotto anni, quindi le influenze che ho assorbito in questa città alla lunga hanno avuto un peso importante quanto quelle della mia infanzia e delle mie radici sarde.

Cover Angel – artwork di Ida Lissner
2. La tua musica si presta per essere utilizzata in ambiti fashion: le tue canzoni sono state infatti utilizzate da @antoniomarrasofficial ed @etro , mentre “Adele” è anche la colonna sonora di “OTHERWHERE”, una creazione visiva a cura di NARĒNTE @lucioarufrancoerre . Girato in Sardegna ritrae la cultura dell’isola in chiave contemporanea, tenendo fede alla tradizione. Come nasce questa collaborazione?

E’ una collaborazione che io speravo avvenisse da tanto, seguivo i lavori di Lucio e Franco (NARĒNTE @lucioarufrancoerre) da più di un anno quando mi hanno contattata. Avevano in mente un progetto visivo che rappresentasse ciò che fanno e includesse i loro talenti e hanno deciso di coinvolgere me a livello musicale.

Cover Adele – artwork NARĒNTE
3. Avete scelto insieme la canzone?

In quel momento avevo già cominciato a lavorare alle nuove tracce e ho proposto “Adele”, di cui sono rimasti subito contenti. È stato bello anche poter far parte in prima persona del video e vederli lavorare; sento che abbiamo un obiettivo in comune nel modo in cui utilizziamo le nostre radici e la tradizione e, oltre questo, è nato un bellissimo rapporto a livello personale.

Ph. NARĒNTE
4. Sei sarda ma vivi a Londra: queste due culture si fondono nelle tue canzoni. Pensi che la lontananza ti abbia fatto avvicinare alle tradizioni della tua Sardegna, o hai sempre avuto questo legame?

Ho sicuramente sempre avuto un legame molto forte con la Sardegna: è l’unico posto in cui ho vissuto prima di trasferirmi in Inghilterra e, tramite la mia famiglia, ne ho assorbito le tradizioni in una modalità di cui sono estremamente grata. Sicuramente lasciarla è stato però un evento cruciale per il modo in cui poi l’ho approcciata e apprezzata e utilizzata anche all’interno dei miei progetti creativi. Quando ero adolescente ho avuto un periodo di rifiuto nei confronti della Sardegna: mi sono sentita in gabbia e avevo la percezione che fosse un posto che non mi poteva dare tutto ciò che stavo cercando in quel momento. In un certo senso era vero e sicuramente fare un salto in una città come Londra ha da una parte colmato dei vuoti, dall’altra rivelato una forte necessità di ciò che avevo sempre avuto. “Notte”, soprattutto nella sua parte visiva, nacque proprio da questo sentimento di nostalgia.

5. Come nasce una tua canzone? Sei istintiva o ti piace prendere appunti magari su un diario?

Dipende, raramente c’è una procedura standard e anzi… Nel mio ultimo progetto mi sono spinta molto a cercare di lavorare in modalità diverse dalle solite. Non mi piace molto restare nella mia “comfort zone”, sento sempre il bisogno di evolvere, di cambiare. Sono sempre stata un lupo solitario nel processo creativo e tutt’ora la gran parte del mio lavoro viene fatta in casa e in solitudine. Ho aperto però di più i miei orizzonti a collaborazioni con gli altri, ho cercato di mettere da parte le manie di controllo per il bene artistico del progetto ma anche della mia salute mentale. So di avere una visione molto forte e questo fa sì che anche quando interviene qualcun altro, si raggiunge poi comunque ciò che avevo in mente. Ho un quaderno in cui appunto le idee dei testi, mentre da un punto di vista di composizione e produzione non tengo quasi mai nulla per iscritto, lavoro per vari step in maniera molto istintiva.

Ph. Valeria Cherchi
6. I visual sono una parte fondamentale nella tua musica. Per il tuo primo album, “Notte”, hai lavorato con la fotografa finlandese @jasminefarling che hai portato in Sardegna per farle conoscere e immortalare le tue origini. Quale occhio hai scelto per questo nuovo corso artistico?

In questo nuovo progetto ho lavorato con due artiste meravigliose, @valeria.cherchi alla fotografia, e @idalissner sulle copertine digitali. Entrambe hanno tanta esperienza e delle identità artistiche molto forti per cui si è creato subito un rapporto di estrema fiducia. Valeria poi è sarda ed è un’artista che ammiro da anni, è stato bello vedere i nostri due mondi unirsi. Jasmine era stata incredibile, considerando che era la sua prima volta in Sardegna quando è venuta a scattare, ed essendo Finlandese veniva da un contesto molto diverso. A modo suo ha contribuito anche in questo disco e abbiamo un grande legame di amicizia che ci porterà comunque a fare altre collaborazioni in futuro. Ci terrei però anche a menzionare @icloudiospanu, con cui ho lavorato e lavoro ai visuals dei live, che hanno giocato un ruolo molto importante nelle performance.

7. Oltre alla musica hai un’altra passione che è la pole dance e lo scorso anno hai condotto un programma per l’emittente milanese @radioraheem.milano che s’intitolava “Musica per il Corpo”. Vivi queste due passioni come qualcosa d’inscindibile?

Intanto posso annunciare che da marzo 2023 riprenderò con la mia selezione di “Musica per il Corpo” sempre per @radioraheem.milano e sono molto contenta di questo. La pole dance è stata una disciplina che mi ha trasformata in meglio sotto tantissimi aspetti. Richiede una grande dose di dedizione, costanza, ma anche di coraggio. Ha cambiato il modo in cui approccio molte cose della mia vita e mi ha fatto riscoprire l’importanza del movimento e del rapporto con il proprio corpo. È anche una di quelle discipline che dimostrano veramente che ognuno di noi è unico e ha modalità e tempi di crescita diversi, e che paragonarsi agli altri non ha mai senso.

Ph. NARĒNTE
8. Hai mai pensato di incorporare questa disciplina in un tuo live come ha fatto @fkatwigs?

Ritaglio una buona parte della mia settimana per dedicarla esclusivamente all’allenamento proprio per questo. Mi piacerebbe poter incorporare la pole dance sempre di più all’interno del mio progetto e sicuramente sarebbe bellissimo avere la possibilità di portarla nelle performance live.

9. Dove ti rifugi quando vuoi stare da sola a Londra e in Sardegna?

A Londra c’è un posto in particolare che ho sempre utilizzato per riflettere e passare un po’ di tempo in solitudine, una piccola spiaggia lungo il fiume a Rotherhithe… Però amo anche tanto perdermi camminando, senza prestare troppa attenzione a dove sono. Prediligo i parchi perché ho sempre bisogno di una dose di ambiente naturale e devo dire che Londra ha molti spazi verdi estesi all’interno della città che permettono di staccare. In Sardegna c’è un posto nella costa ovest dove ho trascorso gran parte delle mie estati da quando sono piccola, Gutturu ‘e Flumini.

10. qual è un oggetto della tua casa al quale non hai mai rinunciato e non rinunceresti mai?

Più che a un oggetto, sono legata a un elemento: il fuoco. Nella mia infanzia in Sardegna il fuoco è sempre stato presente, nel camino per scaldarsi ma anche e soprattutto per cucinare. È un elemento che mi ha sempre affascinata e confortata allo stesso momento. Qui a Londra lo tengo presente tramite le candele: ho sviluppato una grande passione per le candele artigianali e qui ci sono veramente tante persone che si dedicano a questo. È difficile che in casa mia manchi una fiamma.

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