FROM MM AWARD

Caleido intervista Anaïs Sandra Carion

Caleido intervista Anaïs Sandra Carion, Managing Director del MAD Brussels, giurato di MM Award 2023. Benvenuti in Caleido, diario d’ispirazione che contiene molte storie: di persone creative, di tendenze, di viaggi, di oggetti. / Leggi qui l’Editor’s letter

Diario di: @anaissandracarion

Courtesy by Anaïs Sandra Carion
1. Quando pensa alla creatività e al design, qual è il suo primo ricordo personale?

Due ricordi d’infanzia. Il primo, che riguarda la liberazione della propria creatività, e lo devo a mia madre… Durante l’estate organizzava dei campi estivi creativi a casa. Io e la maggior parte dei miei amici eravamo abituati a sentirci dire a scuola cosa avremmo dovuto disegnare. Mia madre ci disse, per uno dei nostri primi compiti, di lasciare che fosse la nostra mano a guidare la matita sul foglio. Dopo 5-10 minuti, ci chiedeva cosa esprimessero quelle linee e se fossimo in grado di distinguere una forma o se ci procurasse qualche emozione disegnarla, o guardarla. Me lo ricordo bene perché per me era stata una cosa normale, ma guardando gli altri miei amici ho realizzato che nessuno mai chiedeva loro di esprimere liberamente la propria creatività! Il secondo ricordo d’infanzia era ancora in famiglia, durante l’Interieur Expo di Kortrijk: mentre i miei genitori stavano al loro stand, io e mia sorella ci aggiravamo tra i tanti stand originali della fiera. Ricordo ancora un’azienda di illuminotecnica che aveva creato un igloo con… la cioccolata calda! Beh, forse questo è un buon consiglio per qualsiasi marchio: cercate di raggiungere un bambino, e lui si ricorderà di voi per tutta la vita.

2. Lei è la Managing Director del MAD di Bruxelles (@madhomeofcreators). Di recente ho letto questa provocazione, che le trasmetto: abbiamo ancora bisogno delle settimane del design e dei musei ora che tutto è accessibile comodamente da casa?

Oh, certo… La settimana del design di Milano fa parte di me da anni; oggi non potrei immaginare un anno senza visitarla. Mi dà così tanti input, bellezza e conoscenza. Non si può avere tutto questo attraverso un computer. Toccare, vedere, provare e guardare dal vivo un pezzo di design è fondamentale. Ma le fiere servono anche a incontrare persone che non si conoscono, a discutere con loro e a sentire la loro passione quando parlano del loro lavoro. Nessuna fiera della realtà aumentata può darvi questo. Ma è tutta una questione di equilibrio. Credo che possano completarsi e aiutarsi a vicenda. Per esempio: come un’azione o un evento di realtà aumentata potrebbe finanziare una fiera reale?

3. Quali sono i temi più ricorrenti che gli artisti e i designer contemporanei affrontano? Ci sono argomenti che percepisce come urgenti e che vorrebbe esplorare nel suo lavoro?

Sicuramente la tematica legata alle produzioni sostenibili è la più importante al giorno d’oggi. L’industria del design è più avanti in questo processo rispetto a quella della moda. Non solo il tema è urgente, ma dovrebbe essere alla base di ogni produzione e riflessione creativa. Credo anche che i vincoli e le sfide portino a una maggiore creatività da parte di tutti! Aggiungo anche un secondo tema, che credo sia spesso dimenticato: il benessere umano. Si parla di sostenibilità ma solo per quanto riguarda il consumo di energia e di materiali. Non dimentichiamoci della salute umana, ma anche la salute mentale e il benessere dovrebbero essere un argomento di prim’ordine!

Courtesy by Anaïs Sandra Carion
4. Nel suo lavoro, lei è sempre in contatto con diverse generazioni di creativi. Quali aspetti di un artista emergente la attraggono maggiormente?

Siamo effettivamente in contatto con diverse generazioni di artisti, emergenti o già affermati. In generale mi piace entrare in contatto con tutti e credo molto nelle collaborazioni intergenerazionali: persone con background differenti e di generazioni diverse possono creare insieme qualcosa di straordinario! Inoltre, come MAD fashion & design centre, aiutiamo i giovani artisti emergenti ad affermarsi in modo economicamente valido nell’industria della moda e del design. Ciò che mi piace di più, e che ho apprezzato anche nel mio precedente lavoro con Hermès, è che possiamo aiutarli a costruirsi un futuro. Possiamo fare la differenza!

5. Quali sono i nuovi media che l’arte e il design utilizzano come canali di comunicazione? Quali esempi l’hanno particolarmente colpita?

Se mi si chiede quali sono le mie preferenze, sono piuttosto tradizionale… Rimango piuttosto colpita dai modi di comunicare della “vecchia scuola”. Ma, a volte, devo ammettere che i nuovi canali di comunicazione possono essere interessanti: di recente, a Bruxelles, qualcuno mi ha spiegato come hanno creato NFT di edifici Art Nouveau e, comunicandoli e vendendoli, hanno utilizzato i profitti per riparare un edificio reale… Proprio qui a Bruxelles.

6. In qualità di giudice del MM Award, quali caratteristiche cercherà nei progetti dei candidati?

Dico sempre che, quando faccio parte di una giuria, di solito sono una che guarda meno al progetto in sé, ma sempre a cose come: il candidato sa presentare bene il suo progetto a voce? L’intero progetto ha un filo conduttore ed è coerente al 100%? Il progetto è coerente per quanto riguarda l’obiettivo, il luogo in cui raggiungerlo e il posizionamento all’interno del mercato… quindi lo guardo più da un punto di vista commerciale, con un’economia circolare e un’attenzione all’ambiente. E poi, vista la mia formazione nell’ambito della comunicazione, credo che un progetto con un solido piano finanziario e una buona strategia e comunicazione possa farcela, indipendentemente dal prodotto stesso. Considerando il numero di progetti straordinari che vedo, un peccato constatare che talvolta il designer ha bisogno di un ulteriore supporto commerciale. È proprio in quest’ambito che spero che MAD sia e sarà in grado di fare la differenza per tutti questi profili.

Courtesy by Anaïs Sandra Carion
7. Ci siamo incontrati all’inizio della sua carriera professionale di giornalista. Ad oggi, chi le piacerebbe intervistare? Quali domande gli farebbe?

Sì, ricordo ancora quei tempi insieme come il nostro periodo d’oro. Ci siamo divertiti, eravamo una squadra piena di idee e di curiosità verso il mondo… e soprattutto abbiamo imparato e conosciuto tante persone straordinarie nel corso degli anni! Se oggi potessi intervistare qualcuno, sarebbe sicuramente i soci fondatori di @Snohetta (studio internazionale di architettura, architettura del paesaggio e design di interni con sede principale a Oslo). E, più che un’intervista, sognerei di sedermi a cena allo stesso tavolo per capire la loro mentalità e le loro idee… perché continuano a stupirmi con i loro progetti. Oggi mi piacciono sempre di più le conversazioni spontanee che possono nascere tra le persone.

8. Può consigliarci 3 nomi di persone che, nel corso della sua carriera, l’hanno particolarmente affascinata da seguire sui social media?

In realtà non mi considero affascinata dalle persone. Se mi piace davvero discutere con qualcuno, o con un designer, mi piace tenermi in contatto sui social media solo per potermi incontrare di nuovo! Curiosamente, penso che le persone interessanti nella vita siano noiose sui social media, e viceversa!

9. Il programma MAD Incubator è una parte essenziale e importante di MAD Brussels. È uno dei tre pilastri dell’istituzione: sostiene designer e creativi che mirano a mettere in discussione le sfide attuali dell’industria della moda e del design e della società in generale. Ci parli di questo progetto. Come si sviluppa?

In generale, il MAD accompagna i designer attraverso diversi programmi, dal MAD starters program (aperto a tutti) al MAD Fly (aziende costituite da almeno un anno e selezionate da una giuria). Il programma MAD incubators è il più completo, in quanto comprende uno studio per 2 anni interi con gli strumenti di produzione necessari per creare prototipi, 25 ore con esperti in base alle necessità del designer, oltre ad altre attività aggiuntive come workshop a Boisbuchet, open-call con aziende e la città di Bruxelles (esempio: la creazione di una panchina per infermieri per la città di Bruxelles) o visite di aziende. Attualmente abbiamo 10 designer provenienti dal mondo della moda e del design, con conoscenze, tecniche e abilità molto diverse. È davvero impressionante. Per citarne alcuni, Mipinta è stato nominato l’anno scorso al Festival de Hyères, Guillaume Slizewicz, che farà parte della mostra Fake Authentic a Milano presso il museo delle arti e delle scienze o Studio Minimètre che produce da biomateriali e rifiuti.

10. Qual è un oggetto della sua casa a cui non rinuncereste mai? Qual è il ricordo legato ad esso? Ci manderebbe una sua foto?

Non sono una persona che si affeziona alle cose materiali. Penso che ci sia un tempo per ogni cosa. Ma se oggi mi chiedesse quale pezzo di design vorrei tenere con me, sarebbe sicuramente questa sedia Bauhaus che mi ha “regalato” mio padre.

Courtesy by Anaïs Sandra Carion

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